sabato 23 marzo 2013

Marzo pazzo e il suo vento di cambiamento

Quel matto di Marzo ci ha portato finora ben tre volti nuovi su poltrone di pregio.

Come minimo questo rinnovamento primaverile ha già disseminato nuovo interesse per le vicende politico-religiose. Non pochi di noi si sono, di colpo, riappassionati alle vicende di quelle vecchie poltrone, attratti da un sentore di restyling.
Ma se la Primavera fosse un'età della vita sarebbe una frettolosa pre-pubertà, ahinoi, e così, animati da questo spirito prepuberale, tanti di noi la sera della fumata bianca avevano già colto in quel tal cenno con la mano o in quella tal'altra modulazione della voce, inequivocabili segni di santità papale e francescanesimo di fatto ancor più che di nome.

D'altro canto, al repertorio pre-puberale non poteva mancare anche il Bastian Contrario.
Me lo immagino cupo e vestito di scuro quel tipetto un pò funereo intento a spulciare - a comignolo ancora fumante -  il libro di Werbitsky, giornalista e grande accusatore dell'ex-vescovo di Buenos Aires, o a navigare in rete alla ricerca di una qualche puzzolente alga in grado di smascherare Jorge Mario e strappargli l'apparenza di Francesco, ancor prima che augurasse la prima buona notte da Papa a se stesso e ai convenuti.
La pazienza di aspettare, si sa, non è proprio il pezzo forte degli adolescenti in genere. Neanche con le sfumature va meglio: è tutto o bianco o nero.
E poi un Papa grigio non si è mai visto e non lo si vuol vedere neanche adesso (e qui, come dare torto...).

Tra gli impazienti più visibili, figura anche la cittadina Serenella Fucksia, senatrice pentastellata, che ha prontamente commentato con queste parole la nomina di Laura Boldrini a Presidente della Camera:
A me Laura Boldrini non piace perché ne parlano tutti bene ed è fin troppo facile parlarne bene (...). Lei ha un curriculum fin troppo bello, con questi incarichi troppo veloci e troppo facili. E’ figlia di una famiglia che sicuramente l’ha sostenuta e gli ha permesso di fare quello  che ha fatto. E a me le persone che si fan belle..”                     
                                                                         (Per saperne di più, potete leggere QUI) 
Argomentazioni solide, come vedete.

Questa primavera impulsiva è spesso snervante e forse, proprio perché precipitosa, effimera.
Aspettare non vuol dire rinunciare a reperire informazioni diverse, né a fare delle critiche anche dure se necessario, significa semplicemente darsi tempo per inquadrare, mettere a fuoco e costruire argomentazioni che abbiano giusto un pò di spessore in più di quelle della Senatrice Fucksia di turno (e non ci vuole poi molto).

Di questo Marzo superficiale io vorrei tenere qualche àncora di speranza, forse addirittura di passione.
Mi avvalgo della facoltà di non illudermi e mi tengo cara la consapevolezza che il rinnovamento delle istituzioni italiane e della Chiesa non può che avere tempi più lunghi di quelli che vorremmo, ma rivendico il diritto ad una dose di ottimismo fondato su alcune buone ragioni, fra tutte: la consapevolezza che la pressione sociale ha avuto, ed ha, un valore con cui i vertici dei partiti e delle istituzioni politiche e religiose non possono più non fare i conti.
Sulla cattedra di Pietro oggi c'è un Papa nuovo, "costretto" a chiamarsi Francesco e ad assumersi la responsabilità di onorare un nome/programma, mentre alla due camere di governo ci sono due persone il cui volto è legato alla difesa attiva dei diritti umani e della legalità.
Se è arrivato il tempo di questi volti, non lo si deve al solo carisma personale dei prescelti, nè soltanto alle logiche di marketing della Chiesa in un caso, o alle pressioni grilline nell'altro, ma  anche, e soprattutto, a chi fa della sua vita quotidiana un atto politico con cui definisce chiaramente ciò che non è più disposto a tollerare e ciò che chiede di costruire.
Lo si deve a chi non si limita ad additare il singolo rappresentante di potere o l'indifferenziata casta e ad aizzare usando  il malcontento di un Paese che implode.
Lo si deve a chi la democrazia la fa e la rigenera ogni giorno, perché la sente sacra. Dappertutto, anche all'oratorio o in sacrestia, in una sede di partito quanto in piazza e in parlamento, sulla pagina di un blog come in televisione o sulle pagine di un quotidiano.

Adesso,  bisognerà  fare un paziente lavoro di distinzione fra ciò che è inferno e ciò che non lo è,  come diceva Calvino, e si dovrà rendere ancora più visibile quel desiderio di cambiamento troppo a lungo rimasto in ombra o strumentalizzato.
Adesso, dopo i volti-progetto e alcuni apprezzabili premesse e prime pietre, bisognerà pretendere il cantiere e la costruzione.
Bisognerà vigilare, ma soprattutto partecipare.
La tarda primavera e l'estate adulta sono il tempo ideale per questo genere di lavori.

Buone lente (purché inesorabili) pulizie di Primavera a tutti noi.



  


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