lunedì 8 ottobre 2012

La gioia, una scelta.


Una serie di pungoli arrivati tutti insieme, e più o meno casualmente, da qualche tempo mi fanno ronzare in mente l’idea che la gioia sia una responsabilità personale, di quelle con la R maiuscola e con un loro peso specifico, non del tutto ponderabile.

Mi arrendo al ronzìo e al pungolo.

Credo nella gioia.
E credo che la gioia sia una scelta.
Scelta di apprendistato
per pazienti appassionati.
Unica scelta capace di trasformare migrazioni continue in un continui ritorni a casa.
Casa non di mattoni, ma di costruzioni: casa che muove e cambia i suoi pezzi a colori, 
ma rimane grembo.
Casa che raccoglie mappe stropicciate, diari di bordo e cartoline di viaggio come fossero quadri ben quotati.

Ci vogliono piedi ben piantati a terra per mantenere la rotta di volo della gioia: è lavoro di resistenza alla
vertigine, sul ciglio della voglia di cadere.

La Gioia a cui sto pensando non è una storiella pacificante che ci si racconta per non dar retta all’infelicità.
Quello è barare deviando da una via maestra.. di Casa. 
Scorciatoia fasulla, maestra di niente.
La gioia a cui sto pensando è questione di fedeltà a se stessi, 
al proprio corpo e al suo silenzioso sapere.


Oggi questa specie di Credo laico e 'd'impeto' nasce dall’aver ripescato una splendida e imperdibile poesia di Mariangela Gualtieri, straordinaria autrice conosciuta qualche anno fa.
Eccola:



Popolate dicevano questo deserto nel cuore
con giravolte di gioia.
Gioia dicevano era la prima legge del mondo.
Sempre gioia dicevano.
Con gioia lo dicevano.
Imparavo allora la mano aperta e l'attesa.
Mi allenavo con l'abete.

Imparavo la scucitura, dalle porte la spalancatura,
dal remo imparavo il corpo a corpo e la spinta,
dal pilone sopportazione, dalla botola la custodia,
dallo spino concentrazione e attacco, dalla neve nitore e scomparsa,
dalla rondine il riso della corsa, e poi dal
fiore il furore, furore dall'edera e dall'erba, dalla
candela imparavo il silenzio, dal silenzio la luce
ed ero a casa.

Mariangela Gualtieri. Senza polvere e senza peso. Einaudi 2006

Mariangela Gualtieri

lunedì 1 ottobre 2012

Essere terra presente


Non siate solo stendardi 
ma anche terra presente. 

Non siate solo musica 
ma anche silenzio di perla. 

Non perdete mai il contatto 
del vostro cammino: 
ricordatevi che il sangue si ferma 
perché non vuole parlare. 


Alda Merini

Radici. Frida Kahlo